Dopo la previsione di taglio di 300 dipendenti da parte di Volkswagen, a causa di una domanda inferiore alle aspettative per le auto elettriche, anche Stellantis si trova a dover gestire una scarsa adozione di EV in Italia.
Pertanto, il gruppo, capofila di Fiat, ha richiesto la cassa integrazione per la fabbrica di Mirafiori, dove è assemblata la Fiat 500e, di recente proclamata la migliore tra le piccole auto elettriche.
Come evidenziato dal Corriere della Sera, edizione Torino, questo rappresenta il primo intoppo da quando è stata lanciata la nuova vettura ecologica, considerando che nei due anni precedenti i volumi di vendita sono sempre stati in crescita.
È da notare che la cassa integrazione influenzerà anche le linee di produzione della Maserati, e sarà applicata dal 19 ottobre al 3 novembre. Il giornale sottolinea come l’espansione produttiva prevista durante l’estate, con l’aspirazione di raggiungere le 100.000 auto, stia incontrando resistenze in un mercato dell’elettrico che in Italia arranca e non decolla come previsto in Europa.
Di conseguenza, è possibile che si debbano rivedere al ribasso le previsioni sulla produzione della 500e, scendendo dalle attuali 100.000 unità a 80.000 in un anno, cifra ritenuta più realistica.
Tuttavia, non tutto è perduto; molto dipenderà dalle discussioni che avranno luogo nel tavolo convocato dal ministro delle Imprese e dal Made in Italy, Adolfo Urso. Inoltre, sarà cruciale vedere quali nuovi incentivi saranno introdotti entro la fine del 2023, focalizzati in particolare sulla mobilità sostenibile, con l’intento di stimolare le vendite di auto elettriche e di incentivare la rottamazione dei vecchi modelli Euro 0, 1, 2 e così via.
L’ambizione rimane quella di produrre un milione di veicoli in Italia, anche se attualmente sembra un’aspirazione piuttosto lontana. Come menzionato in precedenza, anche Volkswagen sta vivendo un periodo difficile riguardo le auto elettriche, e oltre ai potenziali tagli allo stabilimento di Zwickau, è in bilico anche lo stabilimento di Dresda.